martedì 31 gennaio 2012

Contro gli e-book: e voi cosa ne pensate?

Non è la prima voce critica che si pronuncia contro gli e-book, ed a favore dei "tradizionali" libri cartacei.
Però è una voce importante, ed autorevole.
A polemizzare contro i libri digitali è Jonathan Franzen.Ecco cosa ci dice di lui Wikipedia.



Jonathan Franzen è nato il 17 agosto 1959 a Western Springs, una cittadina a pochi chilometri da Chicago (Illinois), ma è cresciuto a Webster Groves, nel Missouri, da padre svedese e da madre statunitense. Ha studiato al Swarthmore alla Freie Universität di Berlino. Vive a New York e parla il tedesco.
Esordisce nel 1988 con La ventisettesima città. Nel 2002 viene consacrato dalla critica con Le correzioni che riceve il National Book Award nella sezione Romanzo e il James Tait Black Memorial Prize per la narrativa.
Pubblica regolarmente racconti e saggi sul New Yorker e su Harper's.
È uno dei compilatori dei lemmi del Futuro dizionario d'America (The Future Dictionary of America2005).
Nel corso del 2007 stringe un accordo con la casa editrice Farrar, Straus and Giroux per il suo nuovo romanzo, ma a causa di ritardi e collaborazioni con giornali e riviste, non completa la prima stesura fino al dicembre 2009[1]. Il romanzo, Libertà(Freedom in originale) è estremamente atteso negli Stati Uniti[2], il Time dedica a Franzen l'onore della copertina[1], ed il volume, incentrato sulla vita di una famiglia del Midwest, esce in libreria il 31 agosto 2010[3].

Una persona autorevole nel campo della letteratura con le idee molto chiare sugli e-book.
“C’è chi ha lavorato duramente per per scivere in un certo modo, esattamente come avrebbe voluto. Ne era così sicuro da stamparlo a inchiostro su carta. Uno schermo dà sempre la sensazione che potremmo cancellare o spostare tutto questo. Per una persona appassionata di letteratuta come me, [il testo in versione ebook] semplicemente non è abbastanza permanente” e per Franzen la permanenza è un concetto importante: “Per i lettori seri è una parte dell’esperienza. Tutto il resto è fluido nelle nostre vite, ma un testo è qualcosa che non cambia”.
E poi c’è una ragione economica: “La tecnologia che mi piace è quella dell’edizione tascabile di Libertà (il suo ultimo romanzo, ndr). Anche se la bagno, funziona lo stesso. E funzionerà tra 10 anni. Perciò non è particolarmente strano che ai capitalisti non piaccia: è un cattivo modello di business”. 
Cosa ne pensate? Gli e-book possono rappresentare davvero una rivoluzione editoriale e soprattutto...pedagogica?

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