giovedì 12 gennaio 2012

Facebook secondo l'Osservatore Romano: cosa ne pensate?

Secondo l'Osservatore Romano, o meglio un suo giornalista, Facebook avrebbe elementi molto simili al cristianesimo, soprattutto nello spingere gli utenti a non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi.
L'articolo, per come lo inteso io, non tesse lodi sperticate di questo social network, ma ne dà senza dubbio una lettura analitica e positiva.
Cosa ne pensate?
Intanto vi invito a leggere l'articolo... che potrete trovar a questo indirizzo: http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html
Facebook, il social network più popolare al mondo, è dotato di diversi strumenti per il mantenimento e l'arricchimento di un mutuo status amicale, questo è noto. In genere però non ci si domanda come mai le dinamiche di relazione si fondino esclusivamente su feedback positivi (pollici in su, condivisioni) e non prevedano invece opzioni di istantanea disapprovazione. È mai possibile che i creatori del network si siano lasciati ispirare dal più tradizionale, ma a tutti gli effetti attualissimo, principio di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te?
Possibile che le nostre "amicizie" siano reputate tanto fragili da soccombere alla mera intercettazione di un feedback negativo? Perché ad esempio si viene "notificati" solo quando qualcuno ha stretto la nostra o altrui amicizia ma non quando un'amicizia è stata inopinatamente troncata?
Il sistema così concepito ha davvero le sue buone ragioni d'essere. Ragioni che si ispirano appunto al consenso reciproco, al fine di effondere ottimismo nell'uso dello strumento e quindi di esercitare sempre maggiore e positivo ascendente su tutti noi; in sostanza, per aumentare il proprio potere economico. Che cosa ne sarebbe infatti dell'affollatissimo social network se tutti i partecipanti a un tratto cominciassero a venire notificati pubblicamente della perdita di amici?

Continua a leggere l'articolo completo sul link che ti ho indicato sopra. E poi, parliamone qui.

5 commenti:

  1. Interessante il criterio di lettura dell'Osservatore Romano...la valorizzazione del positivo è una capacità non insita nell'uomo ma oggetto di educazione. Unica preoccupazione è non ridurre il cristianesimo a ció che è solamente una virtù che peraltro dal cristianesimo stesso è educativamente coltivata e favorita...

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  2. Mah...senza dubbio una bella lettura poetica, ma credo che investa FB di un'aurea che proprio non ha.
    Non dimentichiamoci mai che FB (come tutti gli altri colossi) sono esclusivamente fabbriche di soldi, e come tali ragionano e operano.
    ...molto bene devo dire, ma sempre e solo per fare soldi!

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  3. Salve a tutti, su questo blog mi schiero (ancora per poco) dalla parte dei figli. Secondo me facebook come tanti altri social network è molto utile per far conoscere e farsi conoscere con dei semplici click, anzi forse troppo semplici. Attribuire l'etichetta di "sito cristiano" a questo megamondo di bit, mi sembra un passo coraggioso.
    Facebook spinge gli utenti ad avere più "Amici" e quindi ritenersi più popolari e più amati e inoltre chiede informazioni molto private sulla tua vita.
    (Liliana) Si è vero è una fabbrica di soldi ma se questo porta lavoro a migliaia di persone non ne vedo il problema. I soldi non sono sinonimo di malvagità se usati con cura. Poi che questa non sia la verità è un altro discorso!

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  4. Io sono d´accordo con la visione di Liliana. Mi sembra sinceramente eccessivo attribuire un´impostazione cristina a FB, pur senza volerlo demonizzare (è uno strumento utile e anche divertente se usato con cognizione di causa). Direi che la cosiddetta valorizzazione del positivo è improntata più che altro ad evitare una perdita dei consensi, quindi orientata in senso strettamente commerciale.

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